Pittore di Cà Pesaro di origini friulane per parte di padre e carniche per parte di madre, ma di formazione veneziana.
Partendo dalla rappresentazione di un "mondo da salotto" di gusto liberty anche attraverso l'ironia della caricatura, fu sensibile al fermento delle avanguardie di inizio '900, dal Futurismo all'Espressionismo, dal movimento di Pont-Aven alle Secessioni di Vienna e di Monaco.
Si formò in quell'irripetibile crogiolo di stili e novità che fu la Ca' Pesaro di Barbantini degli anni '10, a contatto con Boccioni, Rossi, Martini, Mauroner, Pellis, Pomi, per citare alcuni amici.
Nel 1919, a trentadue anni, depose i pennelli e decise di interrompere la professione, quasi nascondendo i suoi lavori.
Si sposò subito dopo ed ebbe sei figli.
Visse amministrando le sue proprietà, ma fu anche sindaco di Oderzo tra il '25 e il '27.
Riprese a dipingere nel 1931 per piacere personale e smise definitivamente nel 1937.
Quando morì a Venezia nel 1955 furono trovati in casa in un cassone, chiuso a chiave, i suoi lavori del periodo professionistico giovanile.
Soltanto una fortunata casaulità permise al figlio Angelo di scoprire il suo nome in una lista di espositori di Cà Pesaro.
Nel 1992 si cominciò a studiare questo interessante pittore, che, sottoposto al giudizio critico di eminenti storici, viene considerato un protagonista del movimento anti-accademico veneziano degli anni '10.